Ciò che si vuole ottenere è una relazione di equivalenza che soddisfi la seguente proprietà:
p e q sono equivalenti sse, per ogni azione, ogni derivazione di p con
è equivalente a qualche derivazione di q con
, e viceversa.
con
, l'insieme dei processi.
Scrivendo in modo formale, utilizzando il simbolo
per la
nostra equivalenza, si ha:
pq sse,
(
)
Purtroppo quanto appena scritto non è una definizione, in quanto
esistono molte relazioni di equivalenza che soddisfano questa
proprietà! Ci accontenteremmo di eguagliare più processi
possibili, fintantoche la proprietà sopra è verificata: quello che
allora stiamo cercando è la più grande (più debole o più generosa,
in quanto identifica più processi) relazione
che soddisfi
questa proprietà. Per raggiungere questo obiettivo dovremo
compiere alcuni passi intermedi, il primo dei quali è la
definizione di bisimulazione forte:
Come si può notare, ogni relazione
che soddisfa la
proprietà (
), è anche una bisimulazione. La condizione
della definizione, però, è più debole della condizione in
(
), in quanto al posto di 'sse' abbiamo 'implica', e
dunque si hanno molte bisimulazioni forti: anche
è una bisimulazione forte!
Definiamo allora l'equivalenza forte:
La relazione di equivalenza forte è la più grande bisimulazione forte, ovvero quella che contiene tutte le bisimulazioni forti.
L'importanza della bisimulazione forte è che permette di associare sistemi che, all'interno di uno stesso ambiente, si comportano esattamente nello stesso modo; ma se da un lato questo è un vantaggio, da un'altro è un vincolo troppo stretto dal momento che risulta essere fin troppo sensibile alle azioni interne dei processi: spesso non è necessario considerarle al pari delle azioni visibili. Per questo motivo vengono usate delle altre equivalenze, dette deboli in quanto le azioni invisibili non vengono considerate, e che risultano comunque di grande importanza.
Alcuni importanti risultati sono che:
Morpheus 2004-02-10